Friulani sul Pacifico

Le radici del futuro: una mostra multimediale in Canada

Friulani sul Pacifico

Imprenditori, artisti e letterati: friulani che hanno forgiato questo Paese condividendo umiltà e coraggio, legati a Fogolârs, Famèe, e ad una lingua.

di Anna Maria Zampieri Pan

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Vancouver

La presenza friulana a Vancouver è talmente ricca, in senso qualitativo più che numerico, da costringerei ad operare alcune scelM te per sintetizzare il quadro d’insieme. Non ci riferiamo qui unicamente all realtà associativa della «Famèe Furlâne», attivissima fin dal 1958, ma anche alle testimonianze di friulani che a Vancouver hanno lasciato e stanno lasciando tracce di un’inconfondibile formazione umana e culturale. La civiltà friulana s’ispira a valori ben precisi: al centro ci sono sempre la famiglia e «el fogolâr», simboli di vita e unione. La lingua friulana, poi, è conservata e parlata ovunque ci siano furlani e loro discendenti. È questo un legame non indifferente. Molti figli e nipoti non parlano italiano, ma hanno appreso, in tutto o in parte, il difficile e misterioso linguaggio della lontana terra madre. Nello stesso modo – grazie soprattutto alle donne friulane – conoscono le tradizioni antiche, con le canzoni, le danze, i costumi, i riti e le usanze familiari, la tipica sobria e sana cucina… Ce lo confermano – tra le altre – Evelina Gubiani, Esterida Colussi, Rosetta Traverso, Luisa Carino, Corina Marzin, Alice Ros e Paola Modotti Filippin, quest’ultima presidente della Federazione dei Fogolârs del Canada.
È significativo che si tenga annualmente a Vancouver una scuola estiva per bambini, animata da una maestra proveniente dal Friuli. Il gruppo folkloristico, poi, con le sue sezioni di bambini e ragazzi fra i 3 e i 16 anni, costituisce un altro elemento coagulante. Esempio di mantenimento di tradizioni etniche nel contesto del Paese di accoglienza, è spesso invitato ad esibirsi in manifestazioni multiculturali. La solidarietà, la dedizione al lavoro, lo spirito d’iniziativa e l’apertura mentale dei friulani sono ben noti. Anche una mostra futuristica come lo è la multimediale itinerante «Friuli Venezia Giulia: le radici del futuro» – ospitata a Vancouver nello scorso novembre, prima nella sede dell’Istituto italiano di cultura e poi nella casa della Famèe Furlâne – ha necessariamente preso lo spunto dalle profonde radici di un’identità secolare per descrivere e far conoscere al mondo, mediante la rete dei numerosi Fogolârs e Famèe, l’affascinante modello di sviluppo «a misura d’uomo» di un’importante regione d’Europa protagonista nel 2000 del «miracolo del Nord Est». All’inaugurazione nella sede della Famèe, erano presenti, tra gli altri, il presidente José Toso; la presidente dei Fogolârs Paola Modotti Filippin; molti friulani come Petronio Olivieri ed Ervio Sian; Dani Pagnucco per Friuli nel mondo. Dopo Vancouver, la mostra sarà a Toronto, Montréal e in Sudamerica.

Segni furlani a Vancouver

Chi arriva a Vancouver e dà uno sguardo d’insieme al profilo della metropoli, non può sfuggire, emergente dalle acque del Pacifico che la riflettono, la geodesica «lanterna urbana», sede di Science World, disegnata dal celebre architetto capo di Expo 86, il canadese Bruno Freschi, nato a Trail da genitori friulani. Poco lontano in linea d’aria, tra i vecchi capannoni del porto trasformati in complesso per disegnatori e progettisti, svetta un campanile dall’inconfondibile sagoma appuntita: s’ispira a quelli della terra avita. E un altro campanile caratterizza un villaggio-mercato lungo le rive del fiume Fraser, poco lontano dall’aeroporto internazionale. Accostando le piste, i passeggeri possono vedere in basso sulla destra, lungo la riva del Fraser, le piccole costruzioni dalle reminiscenze di favola antica e sullo sfondo i grattacieli della metropoli con la futuristica inconfondibile «lanterna urbana»: il tutto firmato da un oriundo friulano.
Agli inizi del secolo scorso un altro artista friulano era arrivato a Vancouver: Carlo Marega, scultore, insegnante d’arte e fondatore della British Columbia Sculpture Society. Nel 1911 aveva vinto il concorso per la realizzazione del busto marmoreo del sindaco di Vancouver, David Oppenheimer: l’opera è situata nello Stanley Park, dal quale si allaccia il Lions Bridge, che collega la città con l’esclusiva zona residenziale di West Vancouver. Il ponte prende il nome dai due leoni-sfinge dell’imboccatura, scolpiti da Marega nel 1938 (un anno prima della morte) su commissione della famiglia Guinness. Il Burrard Bridge, altro ponte cittadino, è decorato da una serie di bassorilievi d’ispirazione storica, eseguiti dallo stesso scultore che a Vancouver ha lasciato molte testimonianze della sua maestria, gelosamente conservate.
Altrettanto valorizzato è un magnifico mosaico della scuola di Spilimbergo, replica di un originale di Aquileia, donato quindici anni fa dalla Regione Friuli Venezia Giulia alla città di Vancouver e situato in una sala del palazzo municipale. Alla presidenza della Famèe Furlane c’era allora Petronio Olivieri, noto esponente comunitario. Nato in Carnia, ad Ovaro, alla vigilia degli anni Trenta, emigrato in Canada nel 1957, con sacrifici personali uniti a capacità imprenditoriali, è riuscito ad imporre il proprio nome nei mercati della grande distribuzione. I prodotti della «Olivieri Food Ltd», avviata artigianalmente e sviluppata a livello industriale prima di essere ceduta ad una multinazionale, sono oggi presenti nei supermercati alimentari nordamericani. Olivieri vive gli anni del pensionamento dedicandosi, oltre che al volontariato comunitario, all’educazione del giovanissimo Daniel, al quale sta anche trasmettendo la passione per il volo sportivo.

L’essenza della Famée

Un affermato imprenditore è l’attuale presidente della Famèe, Joe Toso, nato a Maiano, emigrato a sei anni in Francia con i genitori, ri-emigrato ventitreenne a Vancouver nel 1965, e diventato subito dopo parte attiva dell’associazione.
Collegato idealmente ai suoi predecessori – tra i quali vanno ricordati «il patriarca»: l’architetto Giovanni D’Apolonia e il primo presidente Agostino Martin – ad una nostra precisa domanda risponde: «Essere furlân in Canada significa per me mantenere uno stretto legame con il Friuli, conservando la propria cultura, le proprie tradizioni, la propria lingua». Toso è titolare di un’industria metalmeccanica (la TriMetal) situata nel delta del Fraser ed è stato di recente presidente della Smacna (Sheet Metal and Air Conditioning Contractors National Association). Ha trovato tuttavia il tempo per dedicarsi con entusiasmo, assistito dai suoi generosi collaboratori, alla vita dell’associazione: l’organizzazione di feste sociali e campestri, le iniziative per i giovani, la condivisione di attività culturali e di solidarietà. La Famèe ha attualmente 185 soci, adulti e giovani, inseriti a pieno titolo nella vibrante società multiculturale canadese: esempi viventi delle «radici del futuro».
La fotografia di una giovane oriunda, l’insegnante Sara Colussi Pizzolato, è apparsa il 30 ottobre scorso in prima pagina del B. C. Catholic, settimanale arcidiocesano. Veniva descritto l’esemplare contributo nel coordinare un gruppo di scolari della St. Joseph nell’ideazione, compilazione e illustrazione del libro The Baby in the Basket,vincitore del gran premio-nazionale «Create-a-Book Award» nell’ambito della fiera del libro scolastico 1999-2000. Sara è una delle tre figlie di Esterida e Giuseppe Colussi, originari di Casarsa, luogo natale di Pasolini. Semplici coincidenze: da S. Giovanni di Casarsa erano partiti anche gli antenati di Ray Culos, scrittore e storico della comunità di Vancouver.
In una rassegna dedicata ai friulani locali non possiamo dimenticare il campione sportivo Bob Lenarduzzi, leggenda del calcio canadese, già allenatore della squadra nazionale. Un omonimo è l’anziano mosaicista Gino Lenarduzzi, decoratore della Kits Camera e autore dei murales di Yew Street. Friulano è inoltre il famoso fotografo Ervio Sian, cui abbiamo dedicato un servizio nell’ultimo numero di questa rivista. E «doc» era lo straordinario protagonista di Beachcombers, l’attore Bruno Gerussi. La notizia è di questi giorni: un vascello a lui intitolato entrerà fra breve in servizio tra Gibson, nella Sunshine Coast dove sono stati girati gli episodi della popolare serie televisiva, e Vancouver. Un altro omaggio ad un furlân che ha lavorato in Canada..