Vuoto il mio nido

Vuoto il mio nido

M’abbraccio col mattino
d’una fredda primavera e
nel manto di ghiaccia rugiada.
Ancora spiccioli d’inverno
Verniciano di grigio il cielo,
non è giunto il tempo
delle rondini ai loro nidi.
Nel correre delle stagioni
ho speso la mia gioventù,
un’eclisse ha oscurato
tutti gli anni trascorsi,
ogni sacrificio, ogni sudore.
Oggi vuoto è il mio nido,
ne posso più ricostruirlo.
Si gonfiavano le vene
per guadagnare dignità,
riposanti erano le notti;
bastava qualche carezza
per spegnere ogni fatica.
Ora, stanco attendo l’alba
per seppellire le notti
che impietose mi destano.
Nudo come parete vuota
mi presento al giorno,
come vedo sorgere l’alba
non ho idea del tempo,
sento soltanto freschezza
aprirmi l’affannoso respiro.
Ricordi d’affetti in polvere,
sparsi sulla mia strada.
Mosaici sfatti si ricompongono,
sono soltanto un essere umano,
basterebbe una voce per crederlo,
Per ricomporre uno come me.

29/marzo/2007