Jordan, il beagle adottato dopo essere stato usato nella sperimentazione farmaceutica da Aptuit: «È sempre stato al buio, ora cerca solo affetto»

diSilvia Morosi  Chiusa l'indagine nata nel 2021 da una denuncia della Lav a carico della multinazionale di ricerca farmaceutica Aptuit. La Lega anti-vivisezione: «Jordan è il primo beagle tra quelli sequestrati ad aver trovato casa. Ora chiediamo al ministero fondi per lo sviluppo di modelli animal free»

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«Non sappiamo bene cosa gli abbiano fatto in realtà, ma si sente e si vede un piccolo tatuaggio sull’orecchio destro. Non ha avuto alcuna esperienza, è sempre stato al buio, in una gabbia con i neon. E appena lo abbiamo portato a casa, abbiamo notato che aveva paura di tutto: dell’esterno, dei rumori forti, come le campane o quello delle cartelle con il trolley dei bambini che vanno a scuola sentiti durante la passeggiata del mattino.  In questo mese sta migliorando, è festoso e abbaia, ma non sopporta relazionarsi con altri cani beagle, forse per le esperienze che ha vissuto precedentemente con loro». Così Silvia e il suo compagno Andrea raccontano le prime emozioni provate dopo aver adottato Jordan, il primo dei sette beagle adottati dopo essere stato tratto in salvo dalla Lav e sottratto agli esperimenti compiuti nel laboratorio di sperimentazione di Aptuit (multinazionale di ricerca farmaceutica) a Verona. Jordan, che oggi ha circa 4/5 anni, è stato sequestrato nel 2022 e affidato in custodia giudiziaria alla Lega Anti-Vivisezione: ora, da due mesi, ha trovato una nuova famiglia: è accolto con affetto e ha iniziato con loro un percorso di recupero e riabilitazione. Nel corpo di Jordan si trovano delle sonde telemetriche, composte da parti metalliche, aderenti ad alcuni organi (come il cuore e la milza), e tubicini, che passano all’interno di alcuni vasi sanguigni, che servivano a raccogliere informazioni sulle attività fisiologiche dell’animale (come il battito cardiaco) e le reazioni alle stimolazioni a cui era sottoposto. Le sonde erano alimentate da una batteria e oggi quella di Jordan è scarica: come chiarisce la Lav, «non sappiamo che effetti può avere sull’animale a lungo termine perché, trattandosi di un corpo estraneo, provoca infiammazioni, per esempio alle zampe, quando il cane corre molto)».

LA RICHIESTA DI ADOZIONE – Due mesi fa, la sede Lav di Verona ha ricevuto una richiesta di adozione da parte di una coppia di ragazzi. Lei, insegnante, aveva già un beagle, da poco venuto a mancare per problemi di vecchiaia. La responsabile della sede Lav di Verona ha così pensato di proporgli uno dei beagle di Aptuit e loro hanno accettato. «Altri cani come Jordan, a pochi metri di distanza, sono nelle stesse condizioni e questo ci fa riflettere sulla sua fortuna ma anche sull’importanza che dovremmo, tutti, fare qualcosa per aiutarli. Jordan ha voglia di scoprire e vivere il mondo intorno a lui. Qualsiasi cosa per lui è nuova e per noi è una grande emozione. Il laboratorio è un ricordo: ora che è con noi, vogliamo solo dargli affetto», concludono Silvia e Andrea. 

LE SPERIMENTAZIONI E IL SEQUESTRO – Lo scorso luglio la Procura della Repubblica ha concluso le indagini preliminari a carico della multinazionale Aptuit, inserendo nel registro degli indagati la veterinaria e l’ex presidente dell’azienda, accusati di maltrattamento di animali e uccisione non necessitata, reati rispettivamente sanzionati dal Codice penale con la reclusione fino a 18 mesi o con la multa fino a 30mila euro e con la reclusione fino a 2 anni. In particolare, ad aprile 2022 sono stati sequestrati 7 cani beagle (accuditi e seguiti da personale competente presso cliniche veterinarie che offrono enormi spazi e personale che da anni seguono cani provenienti da abusi e maltrattamenti), tutte le scimmie marmoset presenti al momento dell’ispezione all’interno di Aptuit e 7 macachi di giava. I primati si trovano, oggi, presso il centro di recupero Animanatura Wild Sanctuary a Semproniano (Grosseto), specializzato in specie esotiche e che da anni ospita oltre 50 primati liberati dai laboratori. «Il sequestro di 25 animali tra cani e scimmie a carico della più grande multinazionale che opera in ambito farmaceutico in Italia è una notizia storica: sono stati sottratti a un destino di sofferenza all’interno di quelle mura, dove insieme a migliaia di cani e scimmie vengono sottoposti a iniezioni, prelievi, test di tossicità che portano a morte dopo lunghe agonie e impianti di sonde telemetriche – tutto all’oscuro dell’opinione pubblica e in condizioni inaccettabili», ha dichiarato Valeria Albanese di Lav. Stando alle risultanze delle indagini preliminari della Procura «l’azienda non avrebbe rispettato nemmeno i criteri minimi di gestione degli animali previsti dalla legge, arrecando così gravi danni fisici e psicologici agli animali», chiarisce. Gli animali «sono stati tenuti in spazi non adeguati e privi di elementi basilari, come una semplice cuccia per riposare; lasciati sul freddo pavimento di un laboratorio, senza la luce del sole;  sottoposti a sperimentazione con altissimi livelli di dolore, a cure inadeguate, a interventi chirurgici per inserire impianti elettrici non più removibili; destinati, alla fine, a uccisioni non solo non necessarie, ma persino svolte arrecando ulteriori sofferenze». 

 LA LEGGE – Anche se il Decreto Legislativo che regolamenta la protezione degli animali utilizzati nella ricerca vede come prioritari i modelli senza animali, e prevede anche incentivi per il loro sostegno e diffusione, al momento l’impegno economico in quel senso è pari a zero. «Sono centinaia i cani che ogni anno in Italia muoiono nei laboratori***: nostra legge prevede l’obbligo di liberare i cani alla fine degli esperimenti e più volte abbiamo chiesto al ministero senza ottenere risposta», conclude la Lav, chiedendo al ministro dell’Università e della Ricerca di riservare almeno l’1% dei fondi stanziati dal Pnrr (attualmente 9,09 miliardi di euro) allo sviluppo e all’implementazione di modelli animal-free.  «Se queste gravissime irregolarità «sono state riscontrate in quella che viene considerata “l’eccellenza” nella ricerca farmaceutica, cosa sta succedendo adesso, in questo preciso istante, negli oltre 500 laboratori italiani? Abbiamo fiducia nelle autorità e ci auguriamo che questo sia l’inizio di un Processo che porti anche alla luce ciò che fino ad ora è stato tenuto nascosto», invita a riflettere Gianluca Felicetti di Lav.

*** In generale, le ultime statistiche relative all’utilizzo di animali nei laboratori per sperimentazione dicono che sono ancora oltre 450mila quelli utilizzati in Italia.

24 aprile 2024 ( modifica il 24 aprile 2024 | 11:06)

24 aprile 2024 ( modifica il 24 aprile 2024 | 11:06)