C'è una parte del mondo dove le manifestazioni a favore della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza non sono più consentite. Questa parte del mondo si trova in Medio Oriente. Sono Paesi arabi? Sì, all'inizio c'erano state in tutte le piazze del mondo arabo delle manifestazioni a favore del popolo palestinese. Ma adesso non se ne vedono più. Al Cairo ci sono stati arresti di recente, quando qualcuno ha cercato di nuovo di scendere in piazza a favore di Gaza.Lo stesso è accaduto in Marocco, dove addirittura si stanno già tenendo dei processi per molti manifestanti che hanno osato scendere in piazza a favore di Gaza. E il Paese dove il numero di arrestati è più vasto è la Giordania. Sono oltre 1000 gli arrestati per avere manifestato a favore di Gaza. È una situazione quindi molto diversa da quella che abbiamo nei nostri Paesi, in particolare qui negli Stati Uniti, dove per esempio a New York, la città dove vivo, continua l'occupazione di diverse sedi universitarie da parte dei manifestanti pro Gaza ed è una una protesta dove c'è anche una componente religiosa forte.Ci sono dei gruppi e dei collettivi di manifestanti, soprattutto ragazze islamiche, che cinque volte al giorno pregano, rispettano l'obbligo, cinque preghiere diurne. E questa è una cosa che qui in America ha il massimo rispetto. Questo è un Paese dove la libertà di culto, la libertà di religione, viene presa molto sul serio. Questo contrasto tra quello che accade qui in America e quello che accade in diverse parti del mondo arabo sulla questione di Gaza è importante perché nelle manifestazioni di giovani americani spesso si sente intonare anche lo slogan "death to Israele", morte a Israele, ma anche "death to America", morte all'America.Ecco, sarebbe bene invece che questi giovani avessero consapevolezza del importanza dei valori del Paese in cui abitano degli Stati Uniti d'America, a cominciare dal Primo Emendamento che tutela la loro libertà di espressione.
01 maggio 2024
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