Webuild con Santa Cecilia per il restauro di Sant’Agnese in Agone

di REDAZIONE CULTURA Lunedì 22 aprile si è svolto «Agnes in Lumen», il concerto/evento dell’Accademia Barocca diretta da Boris Begelman, con solisti Sara Blanch e Andrea Lucchi, per celebrare, tra proiezioni e suoni, il restauro della Cripta della chiesa in piazza Navona

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Cultura chiama cultura. L’«equazione», apparentemente semplice, non viene messa però in pratica quanto si dovrebbe. Una delle eccezioni è «Agnes in Lumen», che lunedì 22 aprile hanno realizzato insieme l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma con il gruppo Webuild, leader globale nella progettazione e realizzazione di grandi infrastrutture complesse, specializzato in opere per mobilità sostenibile, energia idroelettrica, gestione e produzione di acqua ed edifici green.

Le note di Antonio Vivaldi, Georg Friedrich Händel, Alessandro Scarlatti, Georg Philipp Telemann e Arcangelo Corelli sono risuonate nella Chiesa di Sant’Agnese in Agone e nell’intera Piazza Navona a Roma in occasione del concerto dell’Accademia Barocca di Santa Cecilia, diretta dal Maestro e violino solista Boris Begelman, con Sara Blanch, soprano, e Andrea Lucchi, alla tromba.

Il concerto/evento, promosso dal Gruppo Webuild, è stato proiettato in diretta sulla facciata di Sant’Agnese in Agone per celebrare il recente restauro della Cripta, e l’intervento finanziato dal Gruppo Webuild, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, per la valorizzazione della Cripta attraverso l’illuminazione artistica del sito del martirio di Sant’Agnese, luogo di preghiera venerato da secoli.

«Nelle città esistono tesori da custodire, perché possano parlare alle future generazioni», ha dichiarato Pietro Salini, amministratore delegato Webuild. «Proteggere e riqualificare questo patrimonio fa parte dell’impegno che, con orgoglio, il nostro Gruppo ha assunto negli ultimi anni verso le comunità in cui opera, per la tutela del bello e la protezione del passato che ci è stato tramandato. Il senso di quell’eredità vive nell’equilibrio tra la tecnica e la bellezza, lo stesso equilibrio che Webuild ricerca nelle grandi infrastrutture che realizza nel mondo. Ne abbiamo testimonianza proprio a Roma, dove con la costruzione di un’opera tecnologicamente sfidante e innovativa come la Metro C guardiamo al futuro della mobilità sostenibile, valorizzando al contempo la storia che ci ha preceduti, tramite i reperti che lavorando ogni giorno abbiamo l’opportunità di riportare alla luce».

La chiesa di Sant’Agnese in Agone sorge già a partire dall’VIII sec. d.C. sul lato occidentale di piazza Navona, l’antico Stadio di Domiziano. L’edificio fu costruito sul luogo in cui, secondo la tradizione, la giovane cristiana Agnese subì il martirio, durante le persecuzioni di Diocleziano. L’attuale costruzione fu iniziata da Girolamo e Carlo Rainaldi nel 1652, sotto Papa Innocenzo X, e ultimata da Francesco Borromini (1653-57), che la modificò sensibilmente, determinando la facciata concava a ordine unico di pilastri e colonne, sormontata dall’alta cupola; i campanili gemelli, su disegno di Borromini, furono realizzati da Antonio Del Grande e Giovanni Maria Baratta.

Il committente Innocenzo X Pamphilj e altri membri della famiglia sono sepolti all’interno di una cripta, posta a sinistra dell’altare maggiore. L’interno, a opera del Rainaldi, conserva la pianta a croce greca e si segnala per lo splendore di ori e marmi. La cupola, sorretta da otto colonne, fu affrescata da Ciro Ferri, mentre i pennacchi sono opera del Baciccia. Il sotterraneo, ricavato da un antico oratorio medievale, ospita sull’altare. Il miracolo dei capelli di Sant’Agnese, rilievo marmoreo di Alessandro Algardi. Spostandosi sull’adiacente piazza di Tor Sanguigna, è possibile ammirare una parte delle strutture originarie dello Stadio di Domiziano.

23 aprile 2024 (modifica il 23 aprile 2024 | 17:46)

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